Edizione 2023

Preferite farvi cavare un dente da un dentista di una volta (con i macchinari del tempo che fu) o da uno moderno (con le moderne attrezzature)? Nessuno di noi esiterebbe. Vogliamo l’anestesia, trapano sottile, tecnologia all’avanguardia. Preferite invece il cibo prodotto da un contadino di una volta, o da uno moderno? Qui la risposta non è scontata, magari molti di noi preferiscono il cibo di una volta.

L’agricoltura produce cibo e il cibo è (ovvio) un bene primario ma anche, soprattutto, un valore simbolico. Ognuno di noi, per esempio, ricorda un cibo dell’infanzia e alcuni sapori, e quindi, per assonanza tornano alla mente nonne, mamme, padri e parenti vari che cucinavano.

Per questa ragione l’agricoltura è terreno fertile per il nostro apparato emotivo: i ricordi ci prendono la mano, li vorremmo tenere sempre con noi, dunque percepiamo l’innovazione come un inquinamento dei nostri cari ricordi. Invece l’innovazione ci permette di raccogliere il testimone che ci arriva direttamente dal passato e portarlo avanti. Con questo festival cercheremo attraverso talk e dibattiti di raccontare l’agricoltura, non quella ideale, immaginata, bucolica ma quella reale, quella cioè che si articola in un nuovo campo da gioco: 8 miliardi di persone (che saranno 10 forse 11 nel 2100).

Per continuare a giocare è necessario diminuire i costi e aumentare la produzione. Trovare soluzioni innovative, adatte allo scopo. Dunque, affinché ci sia cibo per tutti, è importante ci sia terra e innovazione per tutti. Durante le tre giornate del festival, racconteremo i diversi modi di coltivare, di produrre e di risparmiare. Forniremo numeri, esamineremo con spirito critico ma aperto varie forme di innovazione, e non disdegneremo storie emotive sul cibo, con la speranza che buone emozioni producano altrettanto buoni ragionamenti.

Gli eventi dell’edizione 2023