Tutela del suolo e innovazione agricola: parla Debora Fino

La figura dell’ingegnere da tempo ha fatto la sua comparsa nel campo dell’agricoltura. Lei pensa che la collaborazione tra agronomi e ingegneri sia destinata a crescere?

Entrambe le figure professionali hanno competenze e conoscenze complementari che possono contribuire al miglioramento e alla sostenibilità dei processi agricoli. Gli ingegneri possono progettare e sviluppare nuove tecnologie agricole, come droni per il monitoraggio delle colture, sensori per la raccolta di dati agricoli, sistemi di irrigazione intelligenti, e molto altro. Contemporaneamente gli agronomi possono fornire input cruciali sulla migliore applicazione di queste tecnologie nei contesti agricoli specifici. Questa collaborazione consente anche di migliorare la gestione delle risorse, perché l’ingegneria può contribuire all’implementazione di sistemi di gestione e ottimizzazione dell’uso dell’acqua e dei suoli e alla progettazione di strutture agricole a basso impatto, mentre gli agronomi possono fornire dati e informazioni dettagliate sulla qualità del suolo, le esigenze idriche delle colture e la gestione integrata delle malattie delle piante. Per di più, gli ingegneri sono in grado di sviluppare sistemi di automazione agricola, come robot per la semina e la raccolta, che possono migliorare l’efficienza e ridurre i costi. Allo stesso tempo gli agronomi possono contribuire con la loro conoscenza delle esigenze specifiche delle colture e dei metodi agricoli. In generale, la collaborazione tra gli ingegneri e gli agronomi può portare a un’agricoltura più efficiente, sostenibile e resiliente, combinando la tecnologia con la conoscenza puntuale delle esigenze delle colture e dell’ambiente.

Esistono percorsi di studio per la formazione di figure professionali che intersecano entrambe le discipline?

Al Politecnico di Torino, stiamo realizzando, per il piano formativo per il 2024-2025, un corso di laurea magistrale in AgriTech Engineering: un corso fortemente multidisciplinare che coniuga agronomia e tecnologia e consentirà alla nuova figura professionale di sviluppare una forte flessibilità nell’affrontare problemi e trovare soluzioni adeguate. Questa laurea mira a formare ingegneri in grado di gestire e sviluppare innovazione tecnologica nel campo della Climate-Smart Agriculture a supporto delle strategie aziendali. Il progetto della nuova Laurea Magistrale in AgriTech Engineering è stato ispirato dalle crescenti richieste da parte di aziende ed istituzioni di specifiche competenze tecnologiche per lo sviluppo di filiere agricole efficienti e a basso impatto.

Senza dimenticare che un’agricoltura sana, sostenibile e produttiva dipende comunque dallo stato di salute della terra. Salvaguardare e rigenerare il suolo è la mission di Re Soil Foundation, della quale lei è presidente. 

Nell’ultimo triennio, l’Italia ha assistito a una preoccupante perdita di suolo, pari a 19 ettari al giorno. Ma quanto ci siamo soffermati a riflettere sul significato del suolo e sulle sue vitali funzioni? Il suolo è il sottile strato superiore della crosta terrestre, composto da minerali, humus, acqua, aria e organismi viventi svolgendo funzioni fondamentali per il nostro pianeta. Esso regola il ciclo naturale dell’acqua, del carbonio e delle sostanze organiche e minerali. Il suolo rappresenta un anello cruciale nel flusso energetico e nel ciclo dei nutrienti dell’ecosistema del pianeta, essendo uno dei presupposti fondamentali per la vita, insieme all’acqua e all’aria. Contribuisce alla produzione del 95% dei nostri alimenti e funge da serbatoio, stoccando carbonio. Dobbiamo però ricordare che si tratta di una risorsa limitata e non rinnovabile. 

Cosa accade quando il suolo non viene tutelato?

Oggi il suolo sta perdendo la sua fertilità, un problema che influisce non solo sulle produzioni agricole ma anche sulla capacità di filtrazione del terreno. La perdita di sostanza organica compromette l’elasticità del suolo e la sua capacità di regolare il ciclo, la filtrazione e la depurazione dell’acqua. Questa situazione è aggravata da eventi climatici estremi, come cicli di forte aridità alternati a piogge intense. È durante tali piogge intense che il suolo arido e carente di sostanza organica diventa una barriera, portando a fenomeni catastrofici, come quelli che hanno colpito l’Emilia-Romagna e altre parti del mondo, come Cina, Myanmar, Mozambico, Malawi. La rigenerazione del suolo è essenziale per preservarne la salute e la fertilità. Questo processo comprende pratiche e interventi mirati a migliorare la struttura, la composizione chimica e la biodiversità del suolo. Tali iniziative sono cruciali per conservare le risorse naturali e mitigare i cambiamenti climatici.

La Fondazione che ho l’onore di presiedere, la Re Soil Foundation, è nata proprio con l’obiettivo di salvaguardare il suolo. Sostenuta dall’Università di Bologna, Coldiretti, Novamont e Politecnico di Torino, la nostra missione è promuovere un reale cambiamento a partire dalla tutela del suolo e dalla sua rigenerazione. Ci impegniamo a promuovere attività nei settori della ricerca scientifica, del trasferimento tecnologico, della formazione, della divulgazione e della creazione di consapevolezza. In questo modo, contribuiamo a preservare la salute del suolo, migliorare la qualità della vita e favorire la decarbonizzazione.

L’appuntamento con la seconda edizione di Coltivato si avvicina, qual è il contributo che questo Festival può dare al complesso sistema agricolo e quindi alla nostra alimentazione?

La Fondazione Re Soil parteciperà con entusiasmo al Festival Coltivato a Torino, un evento imperdibile. Imperdibile perché il Festival offre la possibilità di approfondire la comprensione della funzione vitale del suolo, evidenziando la sua cruciale capacità di sostenere un sistema agricolo robusto e, di conseguenza, di assicurare un approvvigionamento alimentare sano per tutti noi. Nel 2023, la Re Soil Foundation ha partecipato al Festival Coltivato conquistando i cuori di grandi e piccini con il suo kit didattico sul suolo, che trasforma l’apprendimento in un’avventura coinvolgente.

Per la prossima edizione siamo pronti: la Re Soil Foundation vi inviterà a esplorare le profonde e talvolta nascoste connessioni tra agricoltura, suolo e cambiamento climatico. Re Soil Foundation vi guiderà attraverso un viaggio avvincente, dove il suolo diventa il palcoscenico delle sfide globali e delle soluzioni innovative. Al Festival Coltivato, Re Soil Foundation infatti proporrà attività divulgative e di learning by doing, dove imparare diventa un’avventura e la consapevolezza si trasforma in azione.

L’intervista a Debora Fino è stata realizzata in esclusiva per il sito di Coltivato dal giornalista Luca Fiocchetti. La foto in alto è di © Luca Farinet.