Il “Maradona dei microrganismi”: così si autodefinisce, con una metafora efficace, il Trichoderma, interpretato da Matteo Lorito, professore ordinario di Patologia vegetale e rettore dell’Università degli Studi di Napoli. Grazie alla sua azione antagonista, diretta e indiretta, questo microrganismo non solo contrasta i funghi fitopatogeni, ma è anche capace di migliorare l’intero “campo da gioco” dell’agricoltura, contribuendo a ridurre danni e cali produttivi significativi.
“In Europa noi microrganismi ci sentiamo più tutelati”, spiega il Trichoderma. “Le rigide normative europee sull’uso degli agrofarmaci riducono il rischio di ostacolare la nostra crescita, a differenza di quanto accade in altre aree del mondo. Siamo in grado di contenere e ridurre gli attacchi dei patogeni quando le condizioni sono favorevoli, ma facciamo fatica a segnare se il terreno di gioco non è quello giusto”. Una riflessione che ribadisce l’importanza di promuovere pratiche agricole sostenibili, in contrasto con i modelli intensivi.
Alla domanda “Chi è il tuo Careca? Chi ti passa la palla?”, il simpatico fungo risponde: “Il mio rapporto con il signor Micorriza è di amore e odio: gioca la palla in modo elegante”. Una risposta che evidenzia la relazione ambivalente tra Trichoderma e micorrize, fatta di cooperazione ma anche di competizione.
L’agricoltura, nel corso della storia, è cambiata e continuerà a cambiare, adottando via via le tecniche più avanzate, che hanno portato a un forte aumento della produttività . Oggi, però, il problema non è più produrre cibo, ma distribuirlo in modo equo.
Questa intervista, dal tono leggero, mostra quanto un’agricoltura orientata alla sostenibilità possa influire positivamente sulla biodiversità e sottolinea come suolo, microrganismi e organismi viventi siano legati da equilibri complessi, che meritano di essere rispettati a partire da scelte politiche consapevoli.