Cosa accadrebbe se potessimo dare voce al riso? È proprio questa l’idea al centro della seconda “intervista impossibile” di Coltivato, che ha avuto come protagonista Piero Rondolino, che, il riso, lo conosce molto bene.
Figlio di risicoltori, architetto e risicoltore lui stesso, Piero Rondolino ha fondato il progetto “Acquerello”, nato con l’obiettivo di produrre la qualità più alta possibile di riso Carnaroli. Rondolino ha ereditato la passione per questa coltura da suo padre, in un’epoca in cui questa varietà di riso era ancora poco coltivata e poco conosciuta. Da allora, non ha mai smesso di innovare.
Il riso, figlio dell’acqua
Il riso è una specie erbacea che cresce per sommersione.
è l’acqua, condizione essenziale per il suo sviluppo, a modellare i paesaggi delle risaie: essa non è solo un mezzo, ma una condizione imprescindibile perchè questo alimento arrivi sulle nostre tavole. Lo abbiamo visto chiaramente due anni fa, quando la siccità che colpì duramente il Novarese – una delle aree più importanti per la risicoltura italiana – ha messo a rischio un’intera stagione produttiva.
Proprio da queste terre affiora un fenomeno sociale molto forte nella nostra memoria storica collettiva: quello delle mondine, figure simboliche del lavoro agricolo del Novecento.
Perchè mondine e non “mondini”?
A questa domanda Piero Rondolino risponde rintracciando le radici del lavoro agricolo: se agli uomini spettavano i lavori più pesanti, le donne, per la loro agiltà e la corporatura mediamente più esile, erano più agevolate nelle risaie. A loro spettava dunque la mansione che va più correttamente sotto il termine di mondariso, che si riferisce all’attività di “mondare”, ripulire le piantine.
Ma le mondine non furono solo braccia al lavoro. La loro storia è segnata anche da eventi sociali molto rilevanti per le condizioni di lavoro nei campi. Questi gruppi di lavoratrici svilupparono infatti un forte potere sindacale, tanto che uno sciopero poteva mettere in crisi intere aziende agricole.
Il futuro del riso? Dipende da noi
Rispetto a quell’epoca, la risicoltura ha fatto passi da gigante. Il futuro del riso è strettamente legato alla gestione delle risorse idriche e alle pratiche colturali più adatte a garantire produttività e rispetto dell’ambiente.
“Innovare non è mai un punto di arrivo, ma un punto di partenza”, ci ricorda Rondolino per sintetizzare la sua attività. Una frase che riassume bene lo spirito di chi, da generazioni, coltiva riso con passione, studio e rispetto.
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